Parco Fluviale dell'Ardo dal "Pont de la Mortis" al "Bus del Buson"
Durata: intera giornata (Pont de la Mortis e Bus del Buson),
mezza giornata (Pont de la Mortis o Bus del Buson)
Interessi prevalenti:
Scienze naturali (Geologia e Botanica), Etnografia, Archeologia
Argomento
Il Parco Fluviale trovasi alle porte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e costituisce una realtà ambientale di notevole rilevanza dal punto di vista naturalistico ed antropico.
Gola del Pont de la Mortis: spettacolare forma di erosione fluviale, con uno scenario da girone dantesco infernale (l'orrido, le rocce rosse, l'oscurità, i tassi: alberi di micidiale tossicità).
Il ponticello è sospeso sopra la stretta gola che vede quasi congiunte le pendici del Serva e quelle del Terne.
"Bus del Buson": uno straordinario canyon creativamente "costruito" dal torrente Ardo, ed in seguito abbandonato per ricavare, più in basso, un nuovo alveo. Recenti ritrovamenti archeologici ne fanno uno dei siti fortificatori e culturali più rilevanti del bellunese, per frequentazioni dall'età della pietra all'alto Medioevo.
La campagna di scavi è iniziata nel 1999 per un casuale ritrovamento di oggetti in bronzo, è proseguita nell'agosto 200/2001. La presenza di tante frecce, di un tumulo di pietre e di placchette votive, risalenti ad epoche diverse e costruite con materiali diversi (bronzo, rame, terracotta, selce, ossidiana, cristallo di rocca), fa pensare ad un luogo di difesa e di controllo della valle sottostante, ma anche di culto. La campagna di scavi è curata dall'Università di Ferrara e dalla Sovraintendenza archeologica del Veneto.
Sono presenti in questo itinerario, significativi aspetti floristici, vegetazionali ed antropici (architetture rurali, terrazzamenti, muri a secco, ecc.)
Itinerario
1ª parte - dalla Peschiera di Valli di Bolzano (m.460) si sale verso Vial e il "Pont de la Mortis" (m.568).
2ª parte - da Case Bortot (m.694) si procede in falsopiano e quindi si scende al "Bus
del Buson" (m.690)
Attività didattica per le scuole:
L'acqua nell'evoluzione del paesaggio
Riconoscimento della selce, l'acciaio della preistoria e illustrazione dei molteplici antichi utilizzi
Riconoscimento delle principali piante legate agli ambienti umidi delle forre.
Equipaggiamento: da media montagna, con pedule o scarponcini e quanto necessario in caso di pioggia.
Periodo indicato: primavera inoltrata ed autunno
Informazioni utili
Come arrivare alla partenza: da Belluno città si prende la SS n.203 (Agordina). In localita Mussoi si devia per Bolzano bellunese, per proseguire poi per Gioz e le Valli di Bolzano (Pescheria). Da Gioz divieto circolazione
NB - per questo itinerario é consigliabile disporre di un pullman piccolo (Scuolabus o similare).
Dove sostare: presso la Pescheria
Bibliografia e sussidi
T.Soppelsa - PARCO NAZIONALE DELLE DOLOMITI BELLUNESI - Ed. Cierre, Verona 2000
Cassol M. e Facchin L, IL TORRENTE ARDO, Ed. ASCOM - BL. 1993 Fondaz. Angelici.
Cenni geografici
Il torrente Ardo nasce dal monte Schiara, nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Dopo un percorso tortuoso, tra gole e forre, lungo 16 km, sfocia nel Piave alla destra del promontorio roccioso su cui sorge la città di Belluno, attraversando i quartieri di Borgo Pra e di Borgo Piave.
Il percorso qui proposto relativo ad un tratto dell'Ardo faceva parte di un'antica strada che (proveniente dal Fadalto) correva lungo le pendici del monte Serva, del Col di Roanza (Sala, San Miciel da Ros ossia dove sorge l'attuale chiesa di San Miciel) e, attraverso Vàus, il Pont de la Mortìs e Vial, arrivava al castello di Medone, vicino al torrente omonimo, che è affluente dell'Ardo. Di lì proseguiva (verso la valle del Cordevole) probabilmente, attraverso la Valle del Mis, verso il Nord.
Oronomi
Ardo: "l'impetuoso" (longobardo).
Bolzano bellunese(Boldàn): da Baudius (nome del proprietario).
Medone: accrescitivo di méda (dal latino"meta"): "palo / mucchio di fieno".
Pelf: "palava": "roccia durissima".
Schiara: "scala, fatta a ripiani".
Vial: "sentiero" (dal latino "vialis", "via").
La leggenda
Si dice che i nostri avi abbiano chiamato "Mortìs" quella forra, formata dall'Ardo, per la sua conformazione, oppure per i misteriosi fatti che accadevano in quel luogo. Infatti lì vivevano i diavoli, le anime dei valligiani colpevoli di delitti e coloro che erano morti violentemente. Sotto il ponte, che univa i due versanti della forra, i diavoli giocavano. Con il calore del loro corpo facevano evaporare l'acqua dell'Ardo, formando una fitta nebbia.