Girolamo Segato e il segreto della pietrificazione.
Ivano Pocchiesa con Mario Fornaro è autore del libro “Girolamo Segato, esploratore dell'ignoto, scienziato, viaggiatore, cartografo, (1792-1836)”, Belluno, Media Diffusion, 1992;
Girolamo Segato nacque nel 1792 da Benedetto e Giustina Lante nell'ex Certosa di Vedana (presso San Gottardo di Sospirolo), dove la famiglia conduceva un'azienda agricola per conto dei patrizi Erizzo.
Da bambino si dimostrò poco socievole e riflessivo, ma comunque vivace ed esuberante: passò l'infanzia a diretto contatto con la natura e apprese i primi rudimenti di scienze dal parroco di Sospirolo, don Antonio Bagini. Passò poi un breve periodo come contabile a Treviso, per poi ritornare agli studi nel liceo di Belluno, dove ebbe come insegnante Tomaso Antonio Catullo.
A partire dal 1818 partecipò a diverse spedizioni archeologiche in Egitto, divenendo quindi anche egittologo, esperto nelle tecniche di mummificazione. Si fece calare anche in pozzo dentro la grande piramide a gradoni di Saqqara e ne riuscì dopo tre giorni. Gran parte dei suoi studi intrapresi durante questi viaggi furono perduti.
Al suo ritorno dall'Egitto, nel 1823, approfondì con l'egittologia stabilendosi a Firenze. Qui mise a punto una particolare tecnica in parte simile alla mummificazione, ma assolutamente unica: consisteva in una mineralizzazione, erroneamente chiamata pietrificazione. Segato applicherà questa sua tecnica a decine di preparati, soprattutto parti di anatomia umana. Ancora oggi reperti pietrificati sono perfettamente conservati presso l'Università degli studi di Firenze. La particolarità di questo processo ideato da Segato, consiste nella conservazione dei colori originali dei tessuti trattati, i quali mantengono anche la loro elasticità. Fu per questo motivo soprannominato Il Pietrificatore.
Ostacolato dalla società del suo tempo, si sparse la voce che avesse appreso conoscenze dalla magia egiziana. Fu difeso da papa Gregorio XVI, suo concittadino. Fu spinto a distruggere tutti i suoi appunti, prima di morire, in seguito al diniego del Granduca di Toscana, al quale aveva offerto un tavolo di carne pietrificata, di finanziare le sue ricerche. Si portò quindi nella tomba il segreto della tecnica da lui messa a punto, la quale nonostante i numerosi studi e tentativi di imitazione, resta tutt'oggi misteriosa. Si dice che in punto di morte volesse rivelare il suo segreto all'amico Pellegrini (soprannominato Pellegro), ma la morte lo colse anzitempo. Degli studi di Segato non ci rimangono che i campioni da lui pietrificati, e la sua figura resta avvolta nel mistero e nella leggenda.
Morì nel 1836 a soli 44 anni, e fu sepolto, insieme ai suoi segreti, nella Basilica di Santa Croce, la sua lapide recita:"Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l'arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell'umana sapienza, esempio d'infelicità non insolito".
IVANO POCCHIESA E MARIO FORNARO, Girolamo Segato esploratore dell'ignoto, scienziato viaggiatore cartografo. Inventò un metodo di pietrificazione dei cadaveri e portò il suo segreto nella tomba (1792-1836), Belluno 1992 Media Diffusion Editrice