Galleria fotografica del restauro
Restauro del Palazzo Sammartino "Doglioni"
"Fabbricato d'angolo del fronte destro di Via Santa Croce è caratterizzato da un volume emergente elevato su sei livelli compreso piano terra, mezzanino e sottotetto, visibile da tutto l'arco meridionale della periferia della città. La facciata meridionale è caratterizzata dall'alto portico a quattro campate con volte a tutto sesto di differente ampiezza e mezzanino interno, doppio piano nobile e terzo piano ribassato. La caratteristica disposizione delle forature, formate da balcone sorretto da mensole in pietra di ricca decorazione affiancato da due finestre ad arco con stipiti e capitelli in pietra finemente decorata, si ripete disegnando due porzioni di facciata senza simmetria con una ritmicità che accompagna la differente ampiezza degli archi del portico sotteso. Il cornicione è accuratamente lavorato in mattoni a tre gradini con fila a denti di sega nel secondo ordine tale da formare una semplice, ma efficace grecatura decorativa che ritroviamo nel palazzo Costantini (Loggia dei Gibellini) però a doppia grecatura (XVI sec.) e nella parte nord del Seminario Gregoriano.
La anomala distanza verticale tra le finestre del secondo piano e quelle del terzo (piano della servitù) denota una sopraelevazione della facciata con conseguente modifica parziale della falda del tetto; eseguita nella seconda metà del secolo scorso probabilmente durante i lavori di consolidamento dopo il terremoto del 1873. Nell'analisi delle facciate degli edifici coevi quali lo stesso Palazzo Costantini e Palazzo Agosti in Piazza Mercato, Palazzo Fulcis-Marchetti in Via Roma, Palazzo Grini in Via S. Pietro, è ricorrente trovare le finestre dell'ultimo piano a filo pavimento o al massimo con un davanzale di cm. 20 dal pavimento. La medesima tipologia doveva essere anche nel Palazzo Sammartini prima della modifica delle falde del tetto. La tinta della facciata, viste le condizioni di degrado in cui si trova tanto che in alcune parti, più battute dalle intemperie, è lacunoso anche l'intonaco, è stata eseguita l'ultima volta nel mese di agosto del 1924 comprovata dai documenti trovati presso l'Archivio Storico del Comune di Belluno (Schede n° 105-106). Dall'analisi stratigrafica dell'intonaco delle tinteggiatura in cui risulta sulla muratura un solo strato di intonaco e al massimo due strati di pittura, si può certamente affermare che in occasione di grandi lavori di restauro venisse spicconata l'intera facciata e questo può essere successo l'ultima volta verosimilmente nel 1885 e durante l'ultima tinteggiatura del 1924. Notizie più antiche non ne abbiamo e nemmeno la testimonianza del Falce (Scheda n° 5/1 e 5/2) ci aiuta sul colore della facciata, in quanto nel suo dipinto i fabbricati sono tutti uniformi e il gioco di colore è solo tra tetti rossi, facciate bianche e chiaro-scuri delle ombre. Si può desumere che l'attuale colore rosso vivo sia la tinta della facciata degli ultimi cento anni."
Archit. Reolon Roberto