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Etica ed Estetica: Matteo Pamio racconta l'eredità paterna - giovedì 13 febbraio alle ore 18, al Museo Bailo di Treviso

Museo Bailo Treviso

Nel talk sul tema “Etica ed Estetica: riflessioni sul futuro dell’architettura e del design”, l’architetto Matteo Pamio parlerà dell’Architetto da Strada che è stato suo padre

Il talk è curato da Paola Bellin e organizzato nell'ambito della mostra DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso. Architetti e designer dal 1960 al 1990, che annovera tra i suoi protagonisti Roberto Pamio. La mostra è organizzata dall’Associazione [e]DesignFestival e curata da Luciano Setten con Giuseppe Cangialosi, Luca Facchini, Mario Gemin, con la collaborazione di IUAV Venezia, di ADI VTAA e della Fondazione Architetti di Treviso, sarà aperta fino al 23 febbraio 2025.

L’APPROCCIO PROGETTUALE DELLO STUDIO ROBERTOPAMIO+PARTNERS
Giovedì 13 febbraio, nel talk dedicato agli studi professionali sul tema “Etica ed Estetica: riflessioni sul futuro dell’architettura e del design”, l’architetto Matteo Pamio parla dell’Architetto da Strada che è stato suo padre e dell’eredità portata avanti dallo studio che si traduce nel progettare con empatia.
Alle ore 18, al Museo Bailo di Treviso, lo studio robertopamio+partners, fondato dall’architetto Roberto Pamio e oggi gestito dai suoi figli Matteo e Paolo, partecipa ad uno dei talk organizzati a latere della mostra DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso. Architetti e designer dal 1960 al 1990, aperta fino al 23 febbraio. Gli incontri sono dedicati agli studi professionali e vertono sul tema “Etica ed Estetica: riflessioni sul futuro dell’architettura e del design”.
L’architetto Matteo Pamio nel suo intervento parlerà del metodo di lavoro del padre, ereditato poi dallo studio, che si basava su un approccio pratico e diretto, con una forte attenzione alla ricerca dell’ispirazione attraverso l’osservazione del mondo reale e l’uso dello schizzo come strumento di pensiero e creatività. Fondamentale la scelta di materiali naturali - pietra, legno, vetro - per coniugare estetica, etica e sostenibilità. Pamio si definiva "Architetto da Strada", perché il suo lavoro era profondamente radicato nella realtà urbana, vissuta quotidianamente. Le strade e le città erano per lui una fonte inesauribile di ispirazione, permettendogli di assorbire contaminazioni culturali e di creare progetti innovativi e inclusivi. I viaggi hanno portato influenze internazionali al suo approccio progettuale:
>   America: innovazione, funzionalità e spazi flessibili per adattarsi alle nuove esigenze della vita moderna
>   Europa: rispetto per la storia e il contesto, equilibrio tra tradizione e contemporaneità
>   Giappone: armonia con la natura, minimalismo e uso sapiente della luce e dei materiali
Etica, Natura e Relazione nell’architettura - Il lascito di Roberto Pamio si fonda su una visione sostenibile dell’architettura, non solo dal punto di vista ambientale ma anche relazionale ed emozionale. Il benessere delle persone e la connessione con gli spazi erano centrali nel suo approccio progettuale, che mirava a creare luoghi capaci di generare legami e migliorare la qualità della vita. “L’eredità di mio padre è rinchiusa in una idea semplice ma potente: progettare per costruire legami: tra persone, tra passato e futuro, tra natura e tecnologia, tra persone e luoghi”, anticipa Matteo Pamio. “Nel contesto attuale, credo sia è fondamentale andare oltre: vedere anche il lato più emotivo e relazionale della sostenibilità, dove relazione ed empatia diventano elementi progettuali fondamentali”.
L’architettura non è fatta solo di forme e materiali, ma di emozioni, connessioni e vissuti. Le neuroscienze ci dicono che gli spazi influenzano profondamente il nostro stato d’animo, i nostri comportamenti e le nostre relazioni. Creare luoghi accoglienti significa progettare con empatia, ascoltare i bisogni e comprendere i desideri più profondi delle persone, trasformando gli ambienti in luoghi in grado di favorire il benessere psicofisico e una buona qualità della vita. Ancora oggi, nei progetti dello studio robertopamio+partners, con orgoglio e passione, si trova traccia degli insegnamenti ricevuti, della preziosa eredità di Roberto Pamio: ogni oggetto, ogni spazio è pensato per generare relazioni autentiche, favorendo un senso di appartenenza, benessere e armonia. Perché abitare non significa semplicemente occupare uno spazio, ma sentirlo proprio, viverlo come un’estensione del proprio essere e delle proprie emozioni.
La mostra è stata organizzata dall’Associazione [e]DesignFestival e curata da Luciano Setten con Giuseppe Cangialosi, Luca Facchini, Mario Gemin, con la collaborazione di IUAV Venezia, di ADI VTAA e della Fondazione Architetti di Treviso. Narra i progetti di alcuni dei più importanti protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni, legati da una formazione universitaria svolta allo IUAV di Venezia, dotato d’un corpo docenti d’eccellenza, con importanti maestri dell’architettura italiana quali Franco Albini, Ignazio Gardella, Bruno Zevi e Carlo Scarpa, in una congiuntura delle più favorevoli. Il periodo storico, 1960-1990, infatti porta a considerare, come scrive Roberto Masiero, “... le trasformazioni politiche e ideologiche che accompagnano il boom economico, l’emergere di una nuova classe dirigente, lo sviluppo di una industria diffusa dei beni di consumo a medio contenuto tecnologico, ma ad alto contenuto di immagine; l’inurbamento scomposto che ha modificato il paesaggio rurale ed ha letteralmente violentato i modi d’uso dei centri storici”. Tra oggetti, progetti e studi in mostra, di Paolo Bandiera e Umberto Facchini, Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo, Vittorio Rossi e Boccato-Gigante, si evidenzia il lavoro di Roberto Pamio, in un percorso espositivo che evidenzia l’anima segreta delle cose, con particolare attenzione ad una ricerca formale che si riscontra, costantemente, nelle opere degli architetti selezionati, tutti accomunati dalla capacità di visualizzare attraverso gli schizzi quale strumento per pre-vedere il progetto.

Architetto, designer e pittore, Roberto Pamio – scomparso nel 2021 - si è distinto nel mondo dell’architettura e del design per la capacità di emozionare attraverso le sue creazioni. In oltre mezzo secolo di attività, ha firmato innumerevoli progetti, in Italia e all'estero, da abitazioni private a complessi residenziali, spazi produttivi e pubblici, compresi pure alcuni monumenti, donati alla collettività. Professionalmente trevigiano d'adozione, Pamio è colui che in città realizzò le attuali antenne telefoniche "mascherate" da opere d'arte futuristiche, come quella di piazza Matteotti. In particolare, di Roberto Pamio vengono esposti i progetti architettonici di alcune ville, a Vicenza, nel Connecticut (1986), e a Treviso come Villa Bornello (1977), Torre Matteotti e Casa Ghedin (1990). E di design, tra cui il sofà Lara, disegnato per Stiwood negli anni ’60, e le lampade Gill del 1962 e Febo del 1970 per Leucos. “Siamo molto orgogliosi che questa mostra celebri il lavoro e la visione di nostro padre” afferma l’architetto Matteo Pamio. “Onoriamo la sua eredità portando avanti il suo metodo basato su un perfetto equilibrio tra osservazione, ispirazione e immaginazione. Un approccio dove sostenibilità e creatività si combinano con funzionalità ed estetica, privilegiando materiali naturali per promuovere il benessere delle persone e il rispetto per l’ambiente”.

Mostra - DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso. Architetti e designer dal 1960 al 1990 - Fino al 23 febbraio 2025, da martedì a domenica dalle 10 alle 18 - Museo Bailo, Treviso - A cura di Luciano Setten con Giuseppe Cangialosi, Luca Facchini, Mario Gemin - Con la collaborazione di IUAV Venezia, di ADI VTAA e della Fondazione Architetti di Treviso - I TALK sono a cura di Paola Bellin

Per informazioni:www.edesignfestival.it 

LO STUDIO - Lo studio Roberto Pamio (robertopamio+partners), fondato a Scorzè (VE) nel 1969, si trasforma nel 2000 in robertopamio+partners. Questo cambiamento rappresenta il punto d’incontro tra l'esperienza e l’approccio visionario del fondatore, l’architetto Roberto Pamio e il desiderio dei suoi figli Matteo e Paolo di portare nuove competenze e innovazione. L’ingresso nell’attività paterna segna un passaggio significativo della loro storia professionale, portando lo studio ad ampliarsi e ad aprirsi a nuove prospettive e opportunità. Grazie alle competenze complementari nell’architettura e nel design, offrono un approccio integrato alla progettazione che va dalla realizzazione della casa fino all'arredo. Formati nel segno dell’arte e del design hanno trasferito allo studio degli oggetti nuova tecnologia e creatività, valorizzando concept originali, l’utilizzo di materiali alternativi, quali il carbonio, campi di applicazione innovativi quali il mondo dell’energia sostenibile, ed una visione progettuale ispirata ai valori della contemporaneità. Mantenendo vivo il legame tra tradizione e contemporaneità, lo studio robertopamio+partners spazia dalla progettazione architettonica, all’arredamento e allestimento d’interni, al disegno industriale e all’architettura d’immagine. I progetti sviluppati sono molteplici, a partire dal mondo dell’illuminazione che vede importanti collaborazioni (Artemide, Fabbian, iGuzzini, Hisence, Leucos, Mavimatt, Oty Light, Pallucco, Studio Italia Design) al settore del mobile (Arclinea, Arflex, Biesse, Cadel, C2, Colico, Matteograssi, Pallucco, Offital, Staygreen, Stilwood). Di rilevanza le numerose realizzazioni effettuate nell’ambito dell’arredo urbano (in collaborazione con Calzavara, Favaro1, Gaggio Ombrelloni, Metalco) che vedono l’applicazione concreta di tecnologie nuove, come i sistemi fotovoltaici, o l’utilizzo di materiali ecologici, strumenti che caratterizzano una filosofia operativa orientata allo sviluppo di un design originale ed ecosostenibile. E nel settore del Retail Project, con all’attivo collaborazioni con Benetton Sportsystem, DiVarese, Herry Cotton’s, Moncler, Pick Up, Stonefly, Undercolors.

LA BIOGRAFIA DI ROBERTO PAMIO - Mestre (VE) 1937 – Scorzè (TV) 2021
Roberto Pamio a tredici anni inizia a dipingere e a quindici conosce e frequenta Luigi Candiani da cui riceve i primi consigli. Compie i suoi studi alla “Scuola d’arte“di Venezia dove si diploma nel 1956, seguendo l’indirizzo pittorico e architettonico. Frequenta Saetti, Vedova, Dinon, Neno Mori. Nel 1968, si laurea presso la facoltà di architettura di Venezia, con indirizzo Design e Progettazione architettonica” con una tesi progettuale sugli Impianti sportivi, avendo come relatore l’architetto Ignazio Gardella. Nel 1968, si laurea allo IUAV - Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove ha per docenti oltre a Gardella maestri del calibro di Carlo Scarpa, Samonà, De Carlo, Piccinato, Astengo, Bruno Zevi. Iscritto all’Albo degli Architetti della Provincia di Venezia dal 1969 e all’ADI Associazione del Disegno Industriale dal 1984, a sua volta ha tenuto, dal 1983 al 1985, seminari di architettura e di design presso l’Ateneo Veneto di Venezia per la Parsons School of Industrial Design di New York. I suoi esordi professionali avvengono alla Zanussi Rex (oggi Electrolux) come disegnatore industriale, un'altra scuola molto formativa, in una fase di forte sviluppo del design di prodotto, un filone a cui rimarrà sempre fedele. Come designer, ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi marchi del made in Italy e non solo, soprattutto nel campo dell'illuminazione, del mobile e dell'arredo urbano. Molti i premi e i riconoscimenti ricevuti, venendo anche selezionato più volte per il Compasso d'Oro. Sia negli edifici sia negli oggetti, è stato un pioniere nell'attenzione all'ecosostenibilità, sperimentando nuove tecnologie e materiali riciclabili, come ad esempio nelle sue collezioni di arredi in cartone. L’esperienza con il prodotto industriale lo portò ad affinarsi nella ricerca e nell’uso dei materiali prediligendo quelli poveri come il laminato plastico, il ferro, oppure materiali della tradizione identitaria del territorio come il vetro soffiato. Sue mostre si sono tenute a Palazzo Grassi a Venezia, al Louvre e al Centre Pompidou di Parigi, al Moma di New York e al Salone Internazionale di Architettura a Milano. A Treviso, negli ultimi anni è stato protagonista di mostre personali nell'ambito di [e]Design Festival.

Guendalina Perelli - GWEP public&media relations   +39 329 9388286  -  guendalina@gwep.it  -  www.gwep.it

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