Eventi, avvenimenti, manifestazioni, mostre di arte a Belluno e provincia

TREVISO Museo Bailo, fino al 23/02 "Differenti con metodo. Architetti e designer dallo IUAV: opere dal 1960 al 1990"

esterno-museo-luigi-bailo

Una mostra coinvolgente per ricordare i protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni accomunati dalla formazione allo IUAV di Venezia.

In mostra i protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni accomunati dalla formazione in quella fucina straordinaria che fu lo IUAV di Venezia, con alcuni dei maggiori Maestri italiani nel corpo docente - Franco Albini, Ignazio Gardella, Bruno Zevi, Giuseppe Samonà, Egle Trincanato e Carlo Scarpa - e in città le grandi archistar internazionali, come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Louis I. Kahn. Tra progetti innovativi, relazioni professionali, dibattiti culturali, trasformazioni urbane e dei territori, grandi cambiamenti del tessuto socio-economico, amicizie e interessi personali. Un’esposizone con tanti importanti eventi collaterali, promossa da [e]DesignFestival e coorganizzata con la Città di Treviso e i Musei Civici di Treviso, in collaborazione con FATV-Fondazione Architettura Treviso e Forma Ubis; curata da Luciano Setten direttore artistico di [e]DesignFestival, con Mario Gemin, Giuseppe Cangialosi e Luca Facchini.

GIUSEPPE SAMONÀ - “Metron”, 1947: “Abbiamo noi fatto di tutto perché gli architetti che escono dalle nostre scuole siano architetti del nostro tempo?”
FRANCO ALBINI - dal discorso inaugurale dell’anno accademico 1954-55: “Alla base dell’Architettura è sempre un problema morale: alla base del nostro mestiere non ci sono che doveri. Dalla presa di coscienza dei problemi, e soltanto da qui, l’architetto potrà trarre le forme che aderiranno ai modi di vita della sua società. Dalla presa di coscienza dei problemi, egli trarrà l’invenzione di nuove forme che genereranno nuovi modi di vita”.

Per la prima volta lo sguardo attento e curioso di un’esposizione originale quanto necessaria - “Differenti con metodo. Architetti e designer dallo IUAV: opere dal 1960 al 1990", promossa da [e]DesignFestival, in programma al Museo Bailo a Treviso dal 30 novembre 2024 al 23 febbraio 2025 - ci porta a ricordare i progetti ma anche le personalità, gli incontri e le riflessioni di alcuni dei più importanti protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni: Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo e Livia Musini, Vittorio Rossi, Marilena Boccato e Gian Nicola Gigante, Roberto Pamio, Paolo Bandiera e Umberto Facchini. Professionisti e studi che hanno lasciato un segno nel panorama artistico e culturale italiano e nella trasformazione del tessuto urbano veneto e trevigiano, nel dopoguerra e negli anni del boom economico, accomunati tutti dalla formazione universitaria svolta allo Iuav di Venezia, che in quegli anni - in una congiuntura delle più favorevoli – riuniva nel corpo docente alcuni dei grandi maestri dell’architettura italiana quali Franco Albini, Ignazio Gardella, Bruno Zevi, Giuseppe Samonà, Egle Trincanato e Carlo Scarpa.

"Differenti con metodo", curata da Luciano Setten direttore artistico di [e]DesignFestival, con Mario Gemin, Giuseppe Cangialosi e Luca Facchini, coorganizzata con la Città di Treviso e i Musei Civici di Treviso in collaborazione con FATV-Fondazione Architettura Treviso e Forma Ubis, attraverso foto e documenti d’epoca, schizzi, disegni e progetti originali, ma anche oggetti iconici ideati dagli architetti e designer, e beni e opere personali specchio di passioni e interessi intellettuali e artistici, rievoca dunque quel clima pionieristico ed effervescente.
Con esso, emergono anche gli impegni progettuali, le visioni, la linfa creativa necessaria ad accompagnare lo sviluppo imprenditoriale e sociale del tempo di cui furono capaci i professionisti trevigiani: spesso amici nella vita e nell’attività – tra le testimonianze anche l’ultima cartolina che Carlo Scarpa inviò a Luciano Gemin il giorno prima di morire in Giappone - e inevitabilmente impegnati nel dibattito culturale del secondo dopoguerra, ove una Treviso ferita e bombardata attendeva di essere ricucita e rivissuta, mentre il territorio e la società crescevano e s’industrializzavano senza meditare e pianificare le trasformazioni.
Il periodo storico ripercorso nelle opere e nei ricordi degli architett selezionati - dal 1960 al 1990 – fatto di geniali invenzioni, straordinaria capacità progettuale, innovazione nelle linee, nelle forme e nelle funzioni abitative e di prodotto, ci porta a considerare, come scrive Roberto Masiero,“...le trasformazioni politiche e ideologiche che hanno accompagnato ilboom economico, l’emergere di una nuova classe dirigente, lo sviluppo diuna industria diffusa dei beni di consumo, a medio contenuto tecnologicoma ad alto contenuto di immagine; l’inurbamento scomposto, che hamodificato il paesaggio rurale ed ha letteralmente violentato i modi d’usodei centri storici.”
Ma il percorso espositivo cercherà soprattutto di evidenziare da un lato l’anima segreta delle cose, con particolare attenzione a una ricerca formale che possiamo riscontrare costantemente nelle opere di questo gruppo di architetti; dall’altro la caratteristica che, pur nelle loro diversità, univa e determinava quella generazione di grandi personalità: la capacità di disegnare a mano quale strumento per “vedere il Progetto”.
L’allestimento è stato pensato per aree tematiche - La formazione a Venezia, Le architetture, Il design, Gli interessi collaterali - nelle quali saranno presenti contemporaneamente gli architetti/designer e i loro progetti e interessi. Una mostra corale.

Le sezioni della mostra al Bailo:
>   LA SCUOLA VENEZIANA / Nel corridoio del Museo Bailo, una sezione introduttiva al periodo di formazione degli architetti dove, tra suggestioni dei progetti veneziani degli architetti internazionali, Le Corbusier, Wright e Kahn, e le esperienze dei maestri /docenti Carlo Scarpa, Franco Albini, Guseppe Samonà, Ignazio Gardella, Egle Trincanato e Bruno Zevi, potremo respirare l’aria di quegli anni. Alcuni quadri e terracotte di Egle Trincanato, di proprietà dei Musei Civici di Treviso e oggetti di Carlo Scarpa, quali le posate in argento, la caraffa con interno in oro, concluderanno la sezione della Scuola Veneziana.
“Quello che rievochiamo in mostra è un periodo particolarmente prolifico per la nostra città: Giuseppe Samonà aveva richiamato nella città lagunare docenti straordinari, inoltre aleggiava la ventata di novità conseguente al passaggio di Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Louis I. Kahn. Un ambiente culturalmente unico, nel panorama nazionale e stimolante per un gruppo di giovani che stavano intraprendendo l'attività professionale, confrontandosi anche con l'urbanistica e l'industrial design". (Mario Gemin, architetto, OAPPCTV)
>   L’ARCHITETTURA / Le architetture esposte sono una piccola ma significativa selezione delle opere progettate dai protagonisti: al loro interno troveremo l’evoluzione dell’approccio progettuale e gli influssi dell’architettura internazionale e nazionale. Di particolare pregio sono i lavori legati agli edifici storici, ma anche la partecipazione a concorsi internazionali, dove la capacità espressiva e innovativa porta a risultati di estremo interesse. Le soluzioni proposte per gli edifici industriali e per gli spazi destinati a uffici, oltre a quelle per gli edifici pubblici (scuole, piscine, municipi, centri per anziani) sono ricche di suggestioni dell’architettura internazionale di quel periodo, e di quella dei maestri italiani; l’attenzione al progetto è costante. Alla fine, quello che emerge chiaramente è la capacità di tutti di padroneggiare i materiali, le forme e i volumi attraverso il disegno, dagli schizzi agli studi dei particolari. Combinando le sensibilità artistiche ed intellettuali, la maggioranza degli architetti presenti nella mostra, producono architetture grandi e piccole, che non si limitano ad una pura funzione abitativa ma che diventano fonte di ispirazione per chi le vivrà, trovando, nella quotidianità dell’abitare, la piena realizzazione.
"Questa mostra propone una lettura, volutamente libera da narrazioni codificate, di un momento storico unico. In questo periodo straordinario, un gruppo di architetti, ciascuno con il proprio linguaggio – seppur accordato sulla tonalità comune appresa allo Iuav – ha segnato un nuovo modo di essere professionisti. Attraverso l’architettura e il design, hanno anticipato una nuova multidisciplinarietà, adottando un approccio quasi umanistico. Questo ha generato segni indelebili sul nostro territorio, anche dal punto di vista culturale e sul metodo di lavoro, tracciando un’eredità ancora viva e rilevante." (Luca Facchini ADI_VTAA, Forma Ubis)
>   IL DESIGN / Molti degli oggetti di design che arricchiscono questa sezione sono caratterizzati da un linguaggio geometrico che abbina all’idea di modernità, quella di qualità e solidità, dovuto all’attenzione alla natura dei diversi materiali e processi lavorativi. Anche qui, sotto la guida di Carlo Scarpa, Franco Albini, Ludovico Belgioioso e Ignazio Gardella, la produzione di oggetti di arredamento non contemplava gli stili del passato, le decorazioni superflue. La forma traeva origine solamente dalla funzione, intesa in modo ampio, con le conseguenti emozioni psicologiche che una particolare scelta formale comportava. Progettare in termini innovativi e contemporanei costituiva un preciso dovere culturale e civile. Lungo le sale del Museo Bailo scopriremo sedie di Davanzo e Musini, sedie da ufficio di Facchini, poltrone e divani di Pamio, oltre a lampadari, lampade da tavolo, modelli di arredamento di uffici, ma anche tavolini, accessori per bagno, prototipi di maniglie e caraffe in metallo di Boccato e Gigante, formelle in vetro e prototipi di sedie.
>   LE PASSIONI / L’ultima sezione racconta, in esclusiva, le passioni degli architetti e dei designer: dalla collezione di vetri di Carlo Scarpa di Luciano Gemin alla scrittura di libri gialli di Giuseppe Davanzo, dagli oggetti liberty di Vittorio Rossi ai dipinti di Roberto Pamio e di Gian Nicola Gigante, alla collezione di dischi di Umberto Facchini; e poi fotografie dell’epoca di Carlo Scarpa con Arturo Martini dalla collezione Gemin ad attestati e premi internazionali di Roberto Pamio, fino alla passione fotografica di Facchini, Davanzo e Rossi. “Riteniamo che raccontare gli architetti, oltre ai loro progetti, anche nelle passioni sia fondamentale per approfondire le figure umane, mettendo in luce la curiosità  per la complessità della conoscenza che li ha portati al rigore nella progettazione”conclude l’architetto Luciano Setten.

Gli eventi collaterali / Mostra Collezione Salce e Talks
La mostra al Museo Bailo vuole essere importante occasione di riflessione su un periodo che è stato non solo cruciale nei dibattiti e nelle politiche di progettazione urbana e territoriale e nella definizione del ruolo pionieristico di Treviso nella storia del design, ma pure fondamentale per la trasformazione della società, delle sue mode e abitudini. Proprio con questo obbiettivo la mostra sarà accompagnata da due interessanti momenti collaterali sempre promossi da [e]DesignFestival che coinvolgeranno anche altre importanti realtà cittadine: il Museo Nazionale Collezione Salce e la Fondazione Benetton. Da un lato la contemporanea MOSTRA “Differenti con metodo. Società, design, architettura dagli anni ’50 agli anni ‘80”, curata da Luciano Setten ed Elisabetta Pasqualin al Museo Nazionale Collezione Salce, nella sede della Chiesa di Santa Margherita (Via Reggimento Italia Libera 5 - Apertura da venerdì a domenica, 10-18) racconterà, attraverso una selezione di manifesti della Collezione, lo stile italiano formatosi in quegli anni. Stile dove estetica ed etica appaiono categorie filosofiche che descrivono l’essenza del progettare; dove il bello è anche funzionale e la tensione verso una produzione di qualità genera un’economia della bellezza unica al mondo. Le immagini delle affiches consentiranno di ripercorrere l’evolversi dell’architettura, del design e delle mode a partire dagli anni Cinquanta - momento di forte crescita del Paese e in cui si sono formano allo Iuav anche i protagonisti della mostra al Bailo - per arrivare, grazie a una rotazione mensile dei materiali esposti, al 1980. La mostra è coorganizzata da Città di Treviso, Musei Civici di Treviso e Museo Nazionale Collezione Salce. "È con vero piacere che il Museo nazionale collezione Salce ospita a Santa Margherita un evento declinato sul design degli anni così significativi per lo sviluppo dello stile italiano. Un'altra chiave di lettura della importante collezione, l'opportunità per celebrare il design come forma d'arte e comunicazione, evidenziando l'importanza della grafica pubblicitaria nel contesto più ampio del design stesso. Con i manifesti - quasi una macchina del tempo - si può così leggere direttamente, quasi "toccare con mano", la testimonianza di un'altra epoca, di un particolare momento per il design e per la forte crescita economica: nuovi prodotti invadono tutti i campi, dagli elettrodomestici ai liquori, dalle automobili ai concorsi per auto e moda, dalle macchine da cucire alle radio, dai saloni del mobile ai grandi magazzini. Ancora una volta la Collezione Salce ci offre dal passato quei tasselli fondamentali per capire il presente." (Elisabetta Pasqualin, Direttrice del Museo Nazionale Collezione Salce).
Quindi, un densissimo programma di TALKS - come nello stile dei progetti di [e]DesignFestival - che si svolgeranno a cura di Paola Bellin per tutta la durata della mostra, nelle sedi del Museo Bailo, del Museo Nazionale Collezione Salce con la contemporanea rotazione dei manifesti esposti, e della Fondazione Benetton Studi Ricerche.
Al Museo Bailo si parlerà degli studi professionali degli architetti protagonisti, della loro progettazione in sinergia con i committenti, con i maestri artigiani e le imprese al loro fianco nella realizzazione dei progetti.
Al Museo Collezione Salce ci saranno presentazioni di libri sulle tematiche della mostra e verranno affrontati temi e argomenti collaterali, come la nascita dello ‘stile’ e la sua evoluzione nel pop, con attenzione alla società, le relazioni tra la città storica e il contemporaneo e tra l’architettura, il design e le arti.
Alla Fondazione Benetton infine sarà in programma un incontro sulla figura degli architetti paesaggisti Ferrante Gorian e Livia Musini in collaborazione con gli architetti di ‘Differenti con metodo’.
"Fin dalla prima edizione, [e]DesignFestival si caratterizza per la volontà di approfondire, in un dialogo aperto con il pubblico, le tematiche raccontate nelle mostre grazie alla ricca programmazione dei talks che consentono una fruizione più lenta e continuativa. L’approccio alle esposizioni è quello della condivisione con i curatori e gli/le ospiti dei talks che permette di ‘vivere’ le esposizioni e non solo di ‘visitare". (Paola Bellin, [e] DesignFestival Talks ed eventi)                                         Scarica la cartella stampa e le immagini

Ufficio stampa: Villaggio Globale International - Antonella Lacchin +39 041 5904893 - +39 335 7185874  lacchin@villaggio-globale.it

Our mailing address is: Villaggio Globale International Srl - Antonella Lacchin - Email: lacchin@villaggio-globale.it  T. +39 041 5904893  M. +39 335 7185874 - Via Trieste 8, Mogliano Veneto, TV 31021 - Italy

Utilizzando questo sito web, acconsenti all'utilizzo di cookie cosa sono
menu
menu