La Jetée
Regia: Chris Marker
Francia 1962
con Hélène Chatelain, Davos Hanich, Jacques Ledoux, 28 min.
Premio Jean Vigo, 1963
Il mondo è stato devastato dalla Terza Guerra Mondiale, ed i pochi supersiti si nascondono in buie gallerie scavate nel sottosuolo delle città in rovina. Hanno una sola speranza: sfruttare il viaggio nel tempo per inviare un uomo nel passato perchè possa riportare al futuro qualcosa che permetta all'umanità di rinascere. Se avete visto "L'esercito delle dodici scimmie", bello e visionario film di Terry Gilliam, vi sarà evidente la quasi identità delle trame. Stiamo parlando del cortometraggio "La Jetée", di Chris Marker, che è però qualcosa di molto diverso dal film che ha ispirato: un piccolo gioiello di sperimentazione cinematografica. Per quasi mezz'ora le immagini scorrono, ma sono statiche, fisse: una carrellata di foto in bianco e nero accompagnata dalla spiegazione di una voce narrante.
E' stupefacente constatare quanta emozione possa essere trasmessa da quelle immagini immobili. Il titolo, che si traduce con "la rampa", fa riferimento ad un ricordo ossessivo dell'uomo che viene scelto per tornare indietro nel tempo, ai giorni precedenti la fatale guerra mondiale. E' forse pssibile cogliere, in questa idea del ricordo d'infanzia ossessivo, un rimando al "1984" di Orwell: si trova lo stesso senso assurdo del tempo, lo stesso tentativo di recuperare un passato "altro" per redimere un presente divenuto tragicamente privo di ogni futuro che non ne sia una copia. Magica la scena della sequoia, che troviamo anche in Hitchcock (La donna che visse due volte) e ripresa ancora nel film di Gilliam. Curiosa la modalità in cui si svolge il viaggio nel tempo: l'uomo giace su un lettino, gli occhi coperti da una benda piena di fili e tubi, e gli viene iniettata una misteriosa sostanza (una droga allucinogena che può piegare la realtà stessa?). L'operazione è dolorosa, angosciante. Lo vediamo inquadrato nel "futuro" e nel "passato", come se il viaggio fosse una proiezione nel tempo della sua mente. Torna il labirinto del tempo, come per "1984", il labirinto della mente, con il dubbio, la lacerazione dell'io, la follia, la tragedia. Tutto questo in quasi mezz'ora, e funziona. Cosa aggiungere? Buona visione.