La vita di Ippolito Caffi, pittore bellunese dell'ottocento

Biografia

Le tappe fondamentali della vita di Ippolito Caffi.

  • 1809 Ippolito Caffi nasce a Belluno da Maria Castellani e Giacomo Caffi
  • 1821 Superando le resistenze familiari, inizia a studiare pittura con Antonio Federici a Belluno e successivamente con Antonio Tessari
  • 1825 Morte di Giacomo Caffi. Ippolito studia a Padova con il cugino pittore Pietro Paoletti e frequenta Giovanni de Min, professore all'Accademia di Venezia
  • 1826 Inizia a frequentare ]'Accademia di Belle Arti di Venezia: studia prospettiva con Tranquillo Orsi, nudo e figura con Teodoro Matteini e paesaggio con Francesco Bagnara
  • 1830 Vince il premio per la prospettiva dell'Accademia
  • 1831 Lascia l'Accademia di Belle Arti di Venezia
  • 1832 II 16 gennaio giunge a Roma e si stabilisce presso il cugino Paoletti a Roma. Si paga il viaggio con la vendita della Via Crucis, quattordici quadretti che gli vengono acquistati dalla chiesa parrocchiale di Caerano San Marco presso Montebelluna, dove sono tuttora custoditi
  • 1833 Dipinge le scene per due teatri di Roma. Durante l'estate si trasferisce a Napoli per tre mesi
  • 1834 Viene incaricato della decorazione di una chiesa romana, dove lavora per otto mesi. Scrive il volume Lezioni di prospettiva pratica. Ottiene la commissione per la decorazione ad affresco della sala da pranzo nel palazzo di un principe romano. Esegue quattro litografie: due Interno di Son Pietro, un Gronde portico di San Pietro, una Piazza di San Pietro. Ne incide una quinta raffigurante Clizia
  • 1837 Torna a Venezia, dove si era trasferito anche il fratello medico Giuseppe Tebaldo ed alloggia presso di lui. Esegue una serie di vedute da riportare poi ad affresco in un palazzo romano. Presenta all'Accademia di Belle Arti L'ultima sera di Carnevale a Roma, più noto come I moccoletti, prototipo di una lunga serie di repliche (42). A novembre è a Roma. Al caffè Greco dipinge due vedute di Venezia e due di Roma, delle quali rimane solo ll Ponte di Rialto
  • 1838 Torna a Venezia nell'estate per documentare i festeggiamenti per l'arrivo dell'imperatore d'Austria; lo stesso imperatore acquista L'ingresso a Venezia e la Regata. Nell'ottobre invia a Milano dodici quadri per l'Esposizione. Per due anni risiede tra Venezia e Roma, con un breve soggiorno a Milano e, per due volte, a Trieste dove partecipa all'Esposizione Triestina di Belle Arti ed esegue vedute della città, come Piazza della Borsa a Trieste
  • 1841 Esegue vedute di Venezia e di Roma molto ammirate dal viceré austriaco residente a Milano e a Venezia. A Padova dipinge ad affresco Campo Vaccino, le Colonne Traiane, Castel Sant'Angelo e il Foro di Augusto nelle sale superiori del Caffè Pedrocchi, dove lavorano anche Giovanni De Min, Pietro Paoletti e Vincenzo Gazzotto
  • 1842 Dipinge Effetto di nebbia sul Campanile e su Piazza San Marco e Eclissi totale di sole l'8 luglio vista dalle Fondamente Nuove. A Padova segue ad affresco otto vedute di Napoli e di Pompei per il palazzo del conte Manfren. A dicembre torna a Roma. Dona due vedute di Belluno al papa bellunese Gregorio XVI
  • 1843 A luglio e agosto si reca a Napoli. A settembre parte da Napoli imbarcandosi su una nave francese, per raggiungere, via Malta, Atene, di cui realizza dodici vedute e un quaderno di disegni. Da Atene raggiunge Costantinopoli, dove arriva all'inizio di novembre. Passa quindi a Smirne e da lì ad Efeso. Torna a Costantinopoli, di cui lascia numerose vedute e un gran numero di disegni, e si reca ad Alessandria d'Egitto. Da lì muove per EI Cairo, sempre realizzandone documentazioni. Lungo il Nilo, risale fino a Luxor, dipingendo a Karnak i templi dell'antica Tebe. Viaggia fino alla Nubia, di cui realizza alcune immagini. Ripresa la costa mediterranea dell'Egitto si spinge fino a Gerusalemme e ad alcune città dell'Asia Minore. A Laodicea si imbarca per Atene e da qui torna a Roma nella primavera dell'anno successivo
  • 1844 L'Accademia di Belle Arti di Venezia gli offre la cattedra di prospettiva, che l'artista rifiuta. Durante l'estate è a Belluno, poi a Venezia e nuovamente a Roma, dove espone alla Mostra di Cultori di Belle Arti le sue vedute orientali
  • 1845 Realizza due grandi affreschi per Casa Prosdocimi a Padova. Papa Gregorio XVI gli commissiona due quadri con Piazza San Pietro e Piazza San Marco colte durante funzioni religiose
  • 1846 II 5 aprile partecipa all'ascensione in mongolfiera con l'aeronauta francese Francois Arban, partendo da Villa Borghese e raggiungendo i tremila metri d'altezza. A documentazione di questa impresa realizza alcuni dipinti. Esegue quattro quadri che un "lord inglese" vuole portare ad una esposizione a Londra. Un suo dipinto esposto a Venezia, Dimostrazione popolare a Pio IX, suscita sospetti nella polizia austriaca. Tornato a Roma, si arruola in autunno nella guardia civica. Dall'America gli giunge la commissione per sei grandi tele a gouache
  • 1847 Il 3 gennaio termina una delle sei tele per il committente d'oltreoceano; in questa data altre due sono già iniziate. Il 24 marzo lascia nuovamente Roma per Venezia, perché la città era insorta contro gli austriaci. A Palmanova in Friuli è destinato a un comando di crociati bellunesi, che viene sconfitto a Visco Illiria. Caffi è fatto prigioniero e dopo numerosi giorni, confinato a Belluno. Ricercato per propaganda dagli austriaci, si nasconde tra le montagne dell'Agordino. Riattraversa le linee austriache e raggiunge Venezia, dove, a dicembre, si sposa con Virginia Missana. Nominato capitano della Guardia Civica a Venezia, dipinge alcuni quadri sulla resistenza, sulle postazioni e i luoghi di battaglia a Mestre e sul troncone del ponte ferroviario
  • 1848 Venezia si arrende agli austriaci. Nell'elenco dei quaranta proscritti figura per errore il nome del pittore che viene esiliato in seguito ad una condanna per rapine, furti e vandalismo. A settembre Caffi è a Genova, a ottobre a Nizza, il 13 novembre, dopo brevi soggiorni in varie cittadine liguri, è nuovamente a Genova. Esegue I'Interno di San Lorenzo a Genova con il catafalco per le spoglie di Carlo Alberto e l'ingresso di Vittorio Emanuele Il in Genova. A Natale è a Firenze
  • 1849 Ai primi dell'anno ritorna a Genova, dove rimane alcuni mesi, dipingendo vedute, in particolare "13 studi dal vero" con tematiche genovesi. A settembre si reca in Svizzera, a Locarno, a Bellinzona, Domodossola, Briga, Sion, Ginevra e Losanna; passa poi a Novara e a Torino, dove rimane fino all'aprile dell'anno successivo
  • 1850 Nei primi mesi dell'anno è a Torino, ma in aprile parte per Londra, dove espone sei dipinti ad una mostra nel Club Esercito e Marina in St.James Square. Esegue alcuni dipinti di soggetto londinese, tra cui una Veduta di Hyde Park. Torna successivamente a Torino. Esegue un quadro della grandezza di 12 piedi per otto che raffigura la Barricata a San Pietro in Montorio, presso San Pancrazio, perduta e ripresa più volte dai Romani nel 1849. Per un certo "sig. Russo" di Sant'Elena di Nizza dipinge tre vedute: Venezia dai giardini, Il Canal Grande con neve e nebbia, Carovana nel deserto
  • 1851/1853 È ancora a Torino e poi a Genova, fino al 1853
  • 1854 Viaggia in Spagna, a Madrid, Barcellona, Siviglia e Granada; dalla Spagna passa in Francia
  • 1855 Rimane a Parigi, dove incontra esule Daniele Manin, circa un anno. Espone tre vedute all'Exposition Universelle. In agosto ritorna a Roma, dopo otto anni di assenza
  • 1856/1857 Durante il lungo soggiorno a Roma dipinge anche una serie di vedute nella Biblioteca Vaticana su commissione di papa Pio IX
  • 1858/1859 Dopo dieci anni di esilio il pittore viene prosciolto dalle accuse per cui era stato condannato nel 1848 e può tornare a Venezia. Si stabilisce in calle del Selvadego, in Bocca di Piazza, dove affresca con una tecnica particolare, due riquadri con un soggetto egiziano e un Foro romano
  • 1859 È in Lombardia, in Piemonte e nuovamente a Venezia
  • 1860 A luglio viene arrestato dalla polizia austriaca su denuncia del commissariato di Belluno. A settembre viene scarcerato e si reca a Milano e da qui a Napoli, dove dipinge L'arrivo di Vittorio Emanuele nella Piazza San Ferdinando.
  • 1861 A Gaeta assiste al bombardamento della città assediata. Soggiorna a Nizza e a Torino. Fa richiesta di svincolo dalla cittadinanza austriaca alla quale era legato in quanto veneto
  • 1862 Per decreto di Vittorio Emanuele Il diviene cittadino italiano e "cavaliere"
  • 1863 Torna a Venezia ed espone al Ridotto quattro prospettive. Esegue sette affreschi in una casa veneziana
  • 1864 È a Milano, a Torino, a Genova ed infine torna a Venezia. Su commissione dipinge quattro grandi tempere: Canale del Bosforo, Carovana nel deserto, Veduta di Napoli, Foro Romano
  • 1865 Disegna e fa costruire il tempietto moresco di Villa Marini Missana, a Carpenedo, che era proprietà di alcuni parenti, e ne affresca le pareti, rimanendo nella villa per due mesi
  • 1866 Allo scoppio del conflitto tra Italia e Austria, Caffi raggiunge il 13 maggio Firenze per ottenere l'autorizzazione ad imbarcarsi in una nave italiana. Giunto a Taranto, si presenta al capo di Stato Maggiore, ammiraglio Persano, con lettere di raccomandazione per l'imbarco. II 21 giugno lascia Taranto con la nave "Indipendenza" per dirigersi ad Ancona dove la flotta italiana evita lo scontro con quella austriaca comandata dall'ammiraglio Teghetoff. Durante la disastrosa battaglia di Lissa, l'artista perde la vita nell'affondamento della nave in cui era imbarcato, l'ammiraglia "Re d'Italia". Era il 20 luglio.
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